mercoledì 9 luglio 2008

Una brava ragazza

Ormai un'abbondante settimana fa si è consumata in quel di Lloret de Mar una tragedia che ha tenuto molti italiani con occhi e orecchie puntati sui mezzi d'informazione: la scomparsa e poi l'uccisione di Federica Squarise. Non voglio togliere nulla al dolore della famiglia, tantomeno sporcare la memoria di una ragazza la cui probabile unica colpa è stata quelle di essere ingenua ed essere finita nel posto sbagliato al momento sbagliato insiema alla persona o alle persone sbagliate. Quello che intendo fare, invece, è criticare, per l'ennesima volta, i mezzi di informazione italiani. Non c'è stato servizio, televisivo, radiofonico, scritto, in cui non si sia partiti da questo presupposto: Federica Squarise era una santa. E tutti noi sappiamo bene cosa succede alle sante quando varcano le porte del buio, quando sconfinano nel territorio del male: purtroppo muoiono. Ribadisco, sempre nel rispetto del dolore dei famigliari e della memoria della ragazza veneta: "probabilmente" era una bravissima ragazza. Ma non un giornalista si è posto la domanda: come ha fatto a finire così male? Non desidero fare ipotesi, sarebbe altrettanto stupido, come è stupido il giornalismo che cerca sempre il terrorista anche nelle vecchiette che danno da mangiare ai colombi. Però, per favore, non cominciate ogni servizio giornalistico con "Santa Federica è stata uccisa" o con "E' terminata l'autopsia di Santa Federica". Voi giornalisti non lo sapete, non potete dare le notizie basandovi sui sentimenti delle persone. Federica Squarise è morta, probabilmente barbaramente uccisa. Basta, la notizia è tutta lì. La presunzione di santità lasciamola al parroco che, davanti a un paese distrutto dal dolore, dovrà trovare le parole più giuste, sicuramente rotte dal pianto, per cantare una giovane vita spezzata ancora una volta dall'infinita crudeltà umana.

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