lunedì 18 febbraio 2008

Fallen Art

Questo cortometraggio è "bello" ma non adatto a chi si scandalizza facilmente.

venerdì 15 febbraio 2008

Quando l'immigrazione è bella

Questa mattina mi fermo al semaforo con la moto. Mentre attendo infreddolito che scatti il verde, sulle strisce davanti a me passano due mamme, con stormo di figli al seguito, che stavano andando in direzione della scuola elementare che ho frequentato anche io quando ero bimbo. La cosa particolare è che la prima aveva la pelle nera, la seconda portava il velo sul capo.

La multietnicità di questo mini-corteo avviato verso una scuola altrettanto multietnica ha liberato per un momento la mia mente dalla cronaca quotidiana, dal magrebino spacciatore all'albanese sfuttatore, dal keniota stupratore al rumeno topo d'appartamento. Ho ripensato a quello di cui son convinto da sempre: l'immigrazione non è tutta un male e non tutti gli immigrati sono delinquenti, anzi. Insieme ai galeotti extracomunitari ci saranno sempre i galeotti italiani, indiscutibile che i primi, almeno a breve termine, saranno sempre di più, perché sono loro, adesso, la fascia più debole della nostra società. Purtroppo la povertà, se non è supportata da cultura e morale, quasi sempre sfocia nella delinquenza, vale anche per gli italiani.

Un altro pensiero che ho avuto è stato proprio per quei bambini multicolori che mi passavano davanti. Quando io frequentavo la loro scuola, nelle vicinanze c'era un campo zingari e, com'è naturale che faccia una società civile, i bambini del campo venivano portati in classe con noi. Lo ammetto, la convivenza non era facile: innanzitutto eravamo pieni di preconcetti, ahimé talvolta confermati, sugli zingari che rubano e che rapiscono i bambini; in secondo luogo puzzavano. Non esagero, non è un'approssimazione. Quei bambini puzzavano, era davvero difficile stargli vicino. Insomma, al preconcetto culturale si aggiungeva anche l'ostacolo fisico. Come funziona oggi, invece, per i bimbi italiani insieme a quelli figli di immigrati, bimbi che sicuramente sono nati qui?

Spero che le cose vadano meglio, forse sì. Naturale, i preconcetti ci sono sempre, e i 20 telegiornali terroristici che ogni giorno escono dalla redazione alla ricerca del mostro di colore non aiutano. Ma dall'altra parte non è inusuale sentire un bimbo nero parlare con accento piemontese, romano, o un figlio di magrebini parlare con accento veneto, emiliano. Forse sono loro la società dell'integrazione, noi oggi viviamo una dura fase di attrito, di conflitto, che si risolverà con quattro bimbi, uno italiano, uno cinese, uno algerino e uno rumeno che parlano insieme delle figurine di Dragonball. Spero che sia proprio così.

Poi è scattato il verde e sono andato a lavorare.

giovedì 7 febbraio 2008

Papa Ratzinger: "L'inferno esiste"

Alleluja!!! Mastella: trema! Prodi: trema! Berlusconi: trema! Pecoraro: trema! Bondi: trema! Maroni: trema! ..................

Sexy hostess, sexy notizia

Senza ombra di dubbio la nostra morbosità, soprattutto quella maschile, ci avrà spinti a rivolgere parte della nostra distratta attenzione al caso "sexy hostess". Protagonista indiscussa della notizia, che ha fatto 3 volte il giro del mondo con tanto di replica alla Scala e all'anfiteatro di Siracusa, un'assistente di volo francese che ha pensato bene di intrattenere l'equipaggio di un volo di linea, e forse anche i passeggeri, denudandosi per la gioia degli occhi dei maschietti presenti, ma anche della telecamera di Youtube.

Naturalmente era un falso, i soliti quotidiani blasonati hanno dato la notizia per vera, senza verificarla, e solo oggi dopo quasi una settimana arrivano le prime smentite.

Si tratta probabilmente del trailer di un film porno, adesso non ho voglia di "verificare"
e non è neanche così importante che io lo faccia. Uno perché non lo sto dicendo a milioni di persone, questo blog ahimé non attira tante anime; due perché davanti a "trailer di un film porno" ho avuto almeno il buon gusto di inserire la parola "probabilmente".

martedì 5 febbraio 2008

Le lacrime di Hillary Clinton

La signora Clinton continua a piangere. Qualche tempo fa alcuni quotidiani conservatori hanno attaccato la candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti d'America pubblicando delle foto guardando le quali la prima reazione era: "mamma mia come è vecchia!". Immediata si è levata l'indignazione che ha trasformato l'attacco in un gesto sessista: un uomo che invecchia diventa più saggio, interessante, capace; una donna che invecchia è solo una donna vecchia.

Adesso però la signora Clinton sta esagerando, rischiando di dare ragione a coloro che, oltre che vecchia, la ritengono di conseguenza anche debole. Già, perché dopo le lacrime in pubblico che ne hanno decretato il successo su Barack Obama nel secondo giorno di primarie, nella più classica tradizione della soap opera dei buoni sentimenti americana, la dolce Hillary ha pianto nuovamente per la commozione di trovarsi di fronte a un suo ex docente universitario. Ma è questo il presidente che vogliono gli americani? Una mamma che si commuove a ogni folata di sentimenti?

In verità ritengo che alla guida di un paese ci voglia (mi si perdoni il termine ma certe espressioni sono storicamente declinate al maschile) una donna con gli attributi (Margaret Thatcher docet), soprattutto se il paese in questione è a un passo dalla recessione economica, si è creato nemici in tutto il mondo, ha migliaia di soldati sparsi sul planisfero terrestre. Una vecchietta incapace di trattenere le lacrime in pubblico non funziona come leader della prima potenza militare del pianeta. Signora Clinton, mi ascolti, si asciughi le lacrime. Agli americani non occorre una mamma che gli accarezzi la testa e gli dica quanto sono poverini quando General Motors taglierà 100.000 esuberi, hanno bisogno di un colonnello che gli dica: "Cazzo! Adesso andiamo a spaccare la testa a quei maledetti della Toyota!".