venerdì 21 dicembre 2007

giovedì 20 dicembre 2007

Lei non sa chi sono io!

http://espresso.repubblica.it/multimedia/1471644

Questo è il link all'audio dell'intercettazione telefonica che vede protagonisti Agostino Saccà e Silvio Berlusconi. Qualche considerazione:
1- impressionante la genuflessione di Saccà nei confronti di Berlusconi, manco fosse il Papa;
2- ora più che mai è importante ribadire l'importanza della trasparenza della politica e, quando Mastella attacca giornalisti e intercettazioni telefoniche con la scusa di proteggere la privacy dei cittadini, sia sempre chiaro che lo fa per proteggere questi interessi personali, quelli della Casta;
3- ho amato particolarmente il passaggio in cui Berlusconi dice che, siccome sta cercando di ottenere la maggioranza in Senato, ha bisogno di raccomandare un'attrice per fare un favore a un senatore. Rileggiamo la cosa: questo senatore vende il suo voto a Berlusconi in cambio di una raccomandazione di una che chissà che cosa ha fatto per ottenere i suoi favori. Mah? E l'ideologia, il bene dei cittadini, la coerenza che fine hanno fatto?
4- ho le valige quasi pronte. Non credo che andrò in Francia perché lì i 15enni che non sanno nulla della rotazione della Terra sono più numerosi che in Italia

mercoledì 19 dicembre 2007

E' tempo di migrare

L'allarme dai test Pisa: il 61% non ha chiara la rotazione terrestre

Piano urgente per le scuole medie
Fioroni: "Non sanno perché fa notte"

venerdì 7 dicembre 2007

O hai le catene o vai in catene.

Oggi per un paio di volte ho sentito "Onda verde" alla radio (per i meno informati è la trasmissione con le informazioni sul traffico di Radio Rai). A essere sinceri l'ho ascoltata abbastanza distrattamente, stavo facendo altro, ma entrambe le volte sono stato colpito da una delle informazioni che venivano date. Se non ho capito male di questi tempi, se mi metto in viaggio con l'auto per le Alpi austriache, è tassativamente obbligatorio avere le catene da neve nel baule. Se ti ferma la polizia, che tu sia austriaco o meno, ti becchi il sequestro dell'automobile e un'ammenda di 5.000 euro commutabile in 6 settimane di reclusione. Non credo di essermi sbagliato, il comunicato diceva proprio così. Di tre cose sono certo: la prima, gli austriaci tengono molto alla sicurezza stradale in montagna; la seconda, gli austriaci forse sono un po' esagerati con le punizioni; la terza, se un austriaco in divisa rileva la suddetta contravvenzione non esiterà ad applicare la legge, e si capisce anche come mai in Austria le regole vengono rispettate più che altrove.

Ho trovato simpatico il fatto che questa regola del codice stradale mitteleuropeo venga sbandierata anche al diquà delle Alpi: forse è un complotto ordito dal trittico comunista Bresso, Saitta, Chiamparino per dirottare il turismo invernale delle vallate di Innsbruck verso le splendide discese post-olimpiche; forse è una tattica dell'esecutivo di Vienna per tenere i maschi italiani lontano dalle bionde fraulen austriache; molto più concretamente, conoscendo l'insofferenza degli italiani per le regole, la redazione di "Onda verde" ha pensato di avvertirli per tempo della minaccia incombente perché l'italiano medio non può neanche lontanamente immaginare che ti possano comminare un mese e mezzo di gattabuia per non aver portato con te le catene da neve.

Questo naturalmente succede in Austria, già, perché in Italia cominciano a pubblicare i primi dati sugli ultimi effetti della patente a punti: nulli. Dopo lo spauracchio iniziale l'homo italicus, ma la stessa cosa accade per ogni altra legge del Belpaese, si è finalmente rassicurato del fatto che nessuno gli toglierà mai la patente. Tra la mancanza di controlli e la possibilità di intasare le scrivanie dei giudici di pace con mille ricorsi, il cittadino italiano sa che continuerà a rimanere sempre impunito. Forse è per questo che dall'altra parte delle Alpi alcune cose funzionano meglio.

mercoledì 5 dicembre 2007

O vinci o rubi

Da un po' di tempo passa alla radio uno spot della Duracell che fa venire i brividi, da tanto ne voglio scrivere, ci ho riflettuto sopra, ora lo faccio.

Lo spot è "rappato" da un tizio che sembra Fabri Fibra, o forse Mondo Marcio, insomma uno di questi improbabili cloni del rap hip hop americano che non hanno mai visto una periferia statunitense e che purtroppo hanno trovato terreno fertile fra le menti anestetizzate da Mtv di tanti giovani italiani. Il testo, parafrasando più o meno, fa così: "Senti fra' (che dopo lunga riflessione sono giunto alla conclusione si tratti della brutta copia del "bro'" inglese e non del diminutivo di francesco) per un iPod 80giga HiFi non puoi mica metterti nei guai, basta poco per comprare una pila Duracell e allora potrai essere un vincente".

Chiedo scusa ai pubblicitari che hanno partorito questa roba se ho storpiato qualche parola, ma quello che io mi domando è: che fine ha fatto il Moige, dov'è l'Authority, il maestro Manzi, vi prego ridatemi il maestro dei 400 colpi, com'è possibile che nessuno si sia ribellato, perché i suddetti pubblicitari non sono stati censurati?

Ormai è empiricamente provato che la televisione influenza le mente di chi la guarda, più o meno, e senza ombra di dubbio la pubblicità impone dei modelli, degli stili di vita. Come è possibile che nessuno abbia avuto niente da eccepire di fronte a un messaggio del genere: "Vuoi l'iPod? O lo rubi o lo vinci". Ma che fine ha fatto l'onestà, che fine hanno fatto il lavoro, la dedizione, la correttezza, la consapevolezza che per ottenere qualcosa bisogna sudare, faticare, meritarlo? No, questi geni, ma nessuno li ha contraddetti, danno per scontato che il ragazzo medio che vuole l'iPod andrà a rubare per comprarlo, oppure ruberà direttamente l'iPod, o magari pianterà un coltello in pancia a un altro ragazzo, come è già successo. Ma quelli della Duracell sono bravi, sono fini educatori, e ti dicono: io a te ci penso, per evitare che vai a rubare ti do la possibilità di vincerlo. Comprami la piletta. Bravi!