mercoledì 22 dicembre 2010

Klick! Holiday Video



In questo video c'è tutta l'internet degli ultimi 2 anni. il vincitore è sicuramente Matt Harding.

martedì 21 dicembre 2010

Cartolina di Natale

MASSIMO GRAMELLINI

Come biglietto di auguri natalizi, una lettrice ha spedito agli amici questa storiella edificante. Un sant’uomo chiede a Dio di poter visitare l’inferno e il paradiso, possibilmente nell’ordine (preferisce il lieto fine). Dio lo conduce davanti a due porte chiuse e spalanca la prima. Al centro della stanza spicca una tavola rotonda e al centro della tavola un pentolone da cui emana un profumo delizioso. Ma le persone sedute intorno alla tavola sono ridotte a scheletri. Ciascuna di esse ha un mestolo attaccato al braccio, lo tuffa nel recipiente per raccogliere il cibo e però poi non riesce a portarlo alla bocca perché il manico del mestolo è più lungo del braccio. Che supplizio atroce, pensa il sant’uomo, compatendo gli affamati. «Hai appena visto l’inferno», dice Dio e spalanca la seconda porta, quella del paradiso. C’è una tavola rotonda al centro della stanza anche lì. Al centro della tavola un pentolone da cui emana lo stesso profumo. E le persone sedute intorno alla tavola hanno un mestolo attaccato al braccio che nessuna di esse riuscirà mai ad avvicinare alla bocca. Eppure sono ben pasciute. «Non capisco», sbotta il sant’uomo. «È semplice» - risponde Dio -. «All’inferno gli uomini muoiono di fame perché non pensano che a se stessi. In paradiso, invece, stanno tutti in salute perché ognuno mangia dal mestolo degli altri».

Questo apologo mi ha talmente toccato il cuore che avrei voglia di dare una mestolata a Gasparri.

lunedì 13 dicembre 2010

Pedoni della vita



Osservate i pedoni che attraversano i grandi viali, lì dove non ci sono strisce pedonali, lì dove le auto sfrecciano a grande velocità sfiorando la doppia linea continua. Osservateli bene. Noterete che si fermano sempre un passo prima della doppia linea. Sono preoccupati dalle auto che giungono dalla corsia che devono ancora attraversare, ma totalmente incuranti delle auto che, veloci come treni, accarezzano le loro spalle, nella corsia che stanno bellamente occupando a centro strada. E' possibile che siamo così in tutto: preoccupati da quello che abbiamo di fronte, ma totalmente indifferenti a quello che ci lasciamo alle spalle, anche se si tratta della nostra vita?