venerdì 10 febbraio 2006

Olimpiadi 2006

In città c'è un'aria particolare. Saranno le centinaia di uomini in divisa che percorrono ogni angolo con le loro auto pitturate di bianco e azzurro, sarà il giapponese che mi ha attraversato la strada al semaforo, o forse il fatto che alle 8 del mattino non c'era traffico, rimane il fatto che quest'aria è davvero particolare. Che sia l'aria delle Olimpiadi? Difficile dirlo, visto che puzza di gas come quella degli altri giorni, però i torinesi danno l'idea di essere incuriositi, anche i più detrattori di tutti si appassionano all'idea di portare per 50 metri la fiaccola olimpica. Chissà: oggi in città c'è davvero un'aria particolare. Buona Olimpiade a tutti.

martedì 7 febbraio 2006

Verso le politiche

L'Italia si sta avvicinando placida alle consultazioni elettorali d'aprile. Quale momento risulta essere migliore per dare sfoggio del peggio di sé. Il giorno in cui ho imparato il significato della parola leader gli ho subito dato un'accezzione positiva: il leader è colui che guida gli altri, non può che essere una persona illuminata. E invece, cosa capita in questa italietta da quattro soldi? Mesi prima della campagna comincia la corsa allo sputtanamento. I leader, o presunti tali, tirano fuori quanto c'è di peggio per far sfigurare gli avversari, e in questa maniera non riescono sicuramente a proporre messaggi positivi alle persone che li seguono. Forse la realtà è che non sono ingrado di darne? Troppo difficile presentare una sano programma di governo, salire su un piedistallo e dire: "Siamo inattaccabili". Più facile, invece, proiettare l'attenzione dell'universo elettorale sui difetti del nemico e, se ne ha pochi, inventarceli. Il quadro che viene fuori guardando la macchina elettorale dello stivale ci mostra che siamo un paese privo di leader. Forse, gli italiani dovrebbero proprio manifestare il loro scontento.

lunedì 6 febbraio 2006

Vignette, profeti, falsi leader

In questi giorni assistiamo al duro scontro fra religione e libertà di stampa ed espressione. Mentre fondamentalisti islamici troppo stressati per fermarsi a ragionare assaltano le ambasciate europee e camminano con disprezzo su bandiere danesi stese come zerbini, il fronte unito dei popoli cristiani d'Europa fa' quadrato intorno alla libertà d'espressione, alla possibilità di ironizzare su tutto e tutti senza impunità. Chi ha ragione? Entrambi naturalmente. Certo non ha senso dare fuoco agli uffici diplomatici dello stato patria di un disegnatore blasfemo, ma protestare vivamente perché la figura del profeta è stata macchiata di vergogna, non è insensato né biasimabile. Allo stesso modo si deve stare attenti alle limitazioni poste dai soliti potenti alla libertà di stampa. Già, perché forse il problema è proprio questo. Come è possibile che mezzo pianeta si infiammi per un paio di vignette pubblicate su un giornale a 4mila chilometri di distanza? Forse qualcuno ha portato la benzina e i fiammiferi? Direi di sì. Oggi, come sempre, la guerra rimane il business più grande e, con essa, viene tutto il resto. Se nei prossimi anni dovesse scaternarsi una guerra santa fra cristiani e mussulmani, in tanti avrebbero da guadagnarci, mentre i soliti poveracci, i soldati del New Jersey come quelli di Nassirija, andrebbero a rimetterci la pelle. Le conseguenze di tutto ciò si vedono ancora prima che questa guerra sia combattuta. L'amministrazione americana proclama leggi restrittive della libertà di stampa e della stessa libertà personale. I giornalisti vengono incarcerati perché non rivelano le fonti, i cittadini prelevati e interrogati come se fossero untori, le immagini dei morti in suolo iracheno oscurate da un vergognoso velo nero. Allo stesso modo qualcuno alle porte dell'Europa, vedi il premier turco, propone di mettere limitazioni alla libertà di espressione per evitare nuovi casi "vignette": ho i brividi. Alla base della democrazia c'è la libertà di pensiero, di espressione, di stampa. Oggi viviamo in finte democrazie dove sempre gli stessi governano, e dove sempre gli stessi sono governati, ma dove un articolo di giornale può ancora aiutare a scongiurere una guerra, a smascherare le fasulle informazioni spacciate da chì sta in cima. L'informazione deve stare alla base di tutto. Il resto è solo oblio.

domenica 5 febbraio 2006

Nuova apertura

Come per un negozio, anche in questo caso bisogna parlare di nuova apertura. Chiaramente nessuna saracinesca verrà tirata sù, ma cercherò di aprire le porte e le finestre del pensiero sviscerando ciò che mi passa per la mente e tentando un'astrazione tale da riuscire ad avere un occhio limpido sul mondo. Questo è solo l'inizio, potrebbe anche essere l'inizio della fine, ma a questo post sono sicuro ne seguiranno altri cento, mille, un'infinità di divagazioni cerebrali desiderose di farsi leggere, ma soprattutto di essere scritte. Comincia una nuova avventura della mia mente, nella speranza che non sia l'ultima.