mercoledì 21 novembre 2007

Facciamo causa ai signori Savoia

Come segno di riconoscimento per il paese che non li voleva ma oggi gli permette nuovamente di fare le vacanze in Liguria, i signori
Savoia hanno fatto causa agli italiani per i danni morali ed economici
subiti come conseguenza dell'esilio. La cifra domandata: 260 milioni
di euro, 130 a testa. Visto che anche in Italia si comincia a parlare
di class action, proporrei una class action degli italiani contro i
signori Savoia chiedendogli 130 milioni di euro per ogni italiano
morto sul fronte russo, per ogni italiano morto a Cefalonia, per ogni
italiano trucidato dal fascismo, per ogni italiano "esiliato" in campo
di concentramento, per ogni italiano che ha perso il gusto della vita
a causa di 20 anni di dittatura e 6 di guerra. Proporrei inoltre una
class action contro i parlamentari che hanno sprecato migliaia di ore
di legislatura per dare un passaporto italiano a questi ingrati invece
di utilizzare i soldi che spendiamo per pagargli lo stipendio per
risolvere problemi come pensioni, precariato, competitività e altre
quisquiglie.

edito: questo post è stato pubblicato anche su "La Stampa". Questa la risposta di Lucia Annunziata sull'edizione odierna.

I Savoia sono persone molto difficili da capire. È vero che la loro
richiesta non è diversa da quelle che alcune famiglie reali hanno
intrapreso in altri Paesi, e che questa pretesa in mano a un buon
avvocato potrebbe anche portare a una causa sostenibile. Ma le ragioni
legali non sono sempre - e sicuramente non lo sono in questo caso -
quelle dell'opportunità. Ripeto, io leggo soprattutto in questa mossa
l'enorme distanza intellettuale, culturale e sociale fra alcuni
(questa distinzione va fatta) membri della ex casa reale e il Paese
che una volta hanno chiamato loro. I Savoia - cui pure non va negato
il diritto di sentirsi di nuovo cittadini italiani - sembrano non aver
il minimo senso di come questo Paese si sente, e di come sente il suo
passato. Ne abbiamo avuto prove, del resto, in alcune delle molte
interviste che hanno concesse: è come se la storia italiana vista da
loro e vista da noi non fosse la stessa, come se l'Italia e i Savoia
da un certo punto in poi non appartenessero più allo stesso destino.
Forse è anche naturale che sia così, forse è questo il prezzo
dell'esilio, e in questo senso forse dovrebbero poter ricevere una
compensazione per danni: danni di estraneamento, danni di
dimenticanza, danni di rimozione. Questo è alla fine il senso reale
del loro gioco: la causa è una richiesta mascherata di rivedere la
storia d'Italia rivalutando la conduzione, l'onore, e il regno dei
Savoia. Purtroppo per loro, questa è l'unica restituzione che questo
Paese non potrà mai dargli, anche se mai in un qualunque tribunale
riuscissero ad avere ragione sulle loro richieste economiche. Un
invito finale: non coinvolgiamo in questa polemica tutti i discendenti
della casa Savoia. Ci sono fra loro persone piene d'onore, e gli
stessi monarchici di oggi, per quanto diminuiti nel numero, si
ispirano a valori da rispettare.

martedì 20 novembre 2007

Campioni del mondo.......... di pallavolo

Mentre il "sistema" calcio metteva a ferro e fuoco l'Italia, in quanti si sono accorti che la nazionale femminile di volley è diventata Campione del Mondo? Ma sì, dai, chi non lo sapeva è scusato. In fin dei conti anche la finale è stata oscurata dalle importantissime immagini di ultrà incazzati, palloni bucati, calciatori offesi, veline arrabbiate coi centravanti, vetrine rotte, stadi chiusi, cariche della polizia, minacce alle forze dell'ordine, insomma da tutto quel bel circo che è la palla a scacchi.

Tanta polizia per cosa?

Secondo Italia Oggi di venerdì 16 novembre ben 24mila poliziotti vigilerebbero a protezione della "Casta". Forse cominciano ad avere paura?

Saggezza

Oggi, chiacchierando con la mia amica gnotis ho prodotto questa cosa. Non sarà Pirandello però mi piace.

"La saggezza è un bagaglio che ci portiamo appresso fin da piccoli, solo che da piccoli abbiamo spalle minute e ne possiamo portare con noi molto poca. Crescendo le spalle si fanno forti, poi esperte, e allora ne possiamo portare in gran quantità"

Sempre in tema di ceffoni

Genitori mafiosi


Massimo Gramellini


Megan, ragazzina del Missouri in cura per depressione, si innamora su Internet di un coetaneo di nome Josh, conquistata dai suoi messaggi romantici. Ma di punto in bianco Josh comincia a scriverle volgarità, fino al definitivo: «Il mondo sarebbe migliore senza di te». E’ tale lo sconforto che la depressa si impicca all’armadio della sua stanza. A distanza di un anno si viene a sapere che dietro l’identità di Josh non c’è un giovinastro sadico né un maniaco sessuale. Ci sono i genitori di una ex amica della ragazza morta. I quali si inventarono il finto e cattivissimo spasimante allo scopo di punire Megan per aver litigato con la loro figliola.
Non tiriamo in ballo «i tempi» in cui viviamo. «I tempi» non esistono. Esistono gli individui. Quei due genitori, pronti ad architettare uno scherzo atroce su una quattordicenne psicolabile pur di vendicare chissà quale oltraggio subito dalla propria bambina. E’ sconvolgente che una madre e un padre, vedendo la figlia piangere per la fine di un’amicizia fra adolescenti, invece di aiutarla a smitizzare l’accaduto, lo vivano come un affronto alla famiglia, secondo un codice che credevamo appartenesse alla mafia. E passino al contrattacco, non solo contro i professori e qualsiasi altro adulto non stenda tappeti davanti al sangue del loro sangue, ma persino contro una ragazzina.
Scusa papà, dovunque tu sia, per gli improperi che ti mandavo quando dalla finestra mi vedevi fare a cazzotti con altri bambini e, anziché scendere a darmi una mano, aspettavi che tornassi a casa per rifilarmi un ceffone aggiuntivo. Non potevo ancora sapere che mi stavi insegnando la vita.



Che dire? Gramellini dice le stesse cose che desidero dire io: naturalmente lo fa meglio.

Obbliga la figlia a scrivere: io ladra padre condannato

ROMA - L´umiliazione dei figli minori non è ammessa come metodo educativo nemmeno quando il tipo di punizione - scelta dal genitore come forma di rimprovero - è priva di violenza fisica ma ha il sapore della "gogna". Lo sottolinea la Cassazione. I supremi giudici hanno confermato la condanna a due mesi di reclusione nei confronti di Mario M., un papà separatosi da poco che aveva punito la figlia del primo matrimonio, andata da lui a Cesenatico per passare le vacanze con la nuova famiglia che l´uomo aveva formato, facendole scrivere sul quaderno la frase «io sono una ladra, non devo rubare». L´uomo sospettava che Federica avesse rubato un ciondolo alla sorellina minore. La punizione ricevuta provocò nella ragazzina, già provata dalla separazione dei genitori, un «dramma psichico» sfociato in una forma di «depressione reattiva», anche se non grave. La vicenda della frase venne a galla a scuola quando una maestra sfogliò il quaderno e lesse la frase.


Questa notizia mi ha fatto gelare il sangue nelle vene. Vorrei chiedere al giudice che ha emesso la sentenza, alla psicologa che ha individuato il "dramma psichico", alla maestra che non si è fatta gli affaracci suoi, quando vi troverete davanti un ragazzo che, essendo abituato a sentirsi dire sempre di sì, vi punterà in faccia una pistola perché ha bisogno dei quattrini per comprarsi un paio di jeans griffati, sarete ancora sicuri che ogni tanto una bella sberla faccia così male? Data a voi naturalmente.

edito: brokendream mi ha fatto notare l'estrema violenza delle mie parole: credo che in parte abbia ragione. innanzitutto è vero che, se si è trattata di una punizione senza prove certe, è assolutamente fuori luogo. le maestre continuino pure a guardare nei diari degli alunni per scovare violenze e altro. rimango dell'idea, però, che se io ragazzino "ho rubato davvero" e vengo punito con l'obbligo di scrivere "sono un pirla" non sia una punizione così grave. per quanto riguarda il "dramma psichico" definito "non grave", diciamo che sono stufo di sentire parlare psicologi che pretendono di spiegare sempre con i drammi interiori i problemi della società: cos'è un "dramma psichico non grave"? o è un dramma o non è grave. decidetevi.

venerdì 16 novembre 2007

Hai capito il bravo ragazzo

Fermo restando che uccidere una persona a sangue freddo rimane una porcata da punire e che non possiamo che essere vicini al dolore di una famiglia che ha appena conosciuto la scomparsa del proprio figlio, purtroppo alcune cose vanno dette. Secondo la ricostruzione "definitiva" dei fatti che hanno portato alla morte di "San" Gabriele Sandri, innocuo ultrà della Lazio, nelle tasche della vittima sono state rinvenute pietre che, insieme a coltelli e mazze da baseball, erano serviti per fare un bell'agguato ai tifosi della Juve incrociati alla stazione di servizio. Impavidi gli ultrà laziali, tra quali si distingueva l'innocua partecipazione di "San" Gabriele Sandri, hanno assalito i 3 juventini in 9, dimostrando un coraggio e un senso civico che ogni italiano dovrebbe invidiare. E' saltato poi fuori che "San" Gabriele Sandri era già stato fermato nel 2002 a Milano insieme ad altri 20 amici perché armati di innocui cacciaviti.
Se c'è una cosa che da veramente in testa è che davanti a una telecamera o tra le righe di un quotidiano qualcuno dica "era un bravo ragazzo" e poi tutti al funerale di "San" Gabriele Sandri. I bravi ragazzi fanno i volontari nel 118, aiutano le vecchiette ad attraversare la strada, portano i fratellini o i nipotini più piccoli a vedere la partita allo stadio, ops, volevo dire portavano, perché grazie agli amici di "San" Gabriele Sandri, oggi è più sicuro portare il proprio figlio a fare spesa al mercato di Falluja piuttosto che a vedere una partita del campionato interregionale: a vedere la serie A ci ha rinunciato anche l'esercito americano.

Tutte queste inutili parole, non per attaccare Gabriele Sandri, che nonostante non fosse proprio quel "bravo ragazzo", è degno di un minuto di silenzio per la sua morte tanto assurda, ma per chiedere agli italiani di darsi una svegliata, per chiedergli di uscire da quel torpore televisivo che ormai li ha completamente rincretiniti facendogli perdere di vista le cose davvero importanti della vita, per ricordargli che intanto la Finanziaria è passata, purtroppo l'alternativa a Prodi rimane Berlusconi e privilegi, autoblu, stipendi e arroganza dei nostri politici-padroni non accennano a diminuire.

giovedì 15 novembre 2007

Tutti al funerale dell'ultrà ammazzato

Questo paese offre sempre spunti per riflettere su quanto sia ridicolo e su quanto i comportamenti del suo popolo siano infantili, stereotipati, privi di riflessione alcuna.

Domenica in un autogrill di non ricordo dove un ragazzo è stato ammazzato da un poliziotto che "chissà cosa aveva in testa?" ora dovrà dare molte spiegazioni ma soprattutto si spera verrà punito per il gesto sconsiderato che ha commesso.

Nell'ordine "è parso sia successo" questo. Le testate giornalistiche, che come già detto in passato seguono pecorecciamente qualunque cosa faccia scandalo, hanno subito gridato: "Ultrà della Lazio freddato da poliziotto a causa di una rissa fra tifosi". Tifoserie di ogni credo hanno dunque pensato di mettere a ferro e fuoco l'Italia senza che le forze dell'"ORDINE" fecessero nulla per mantenere l'"ORDINE". Qualche giorno dopo a Roma si è svolto il funerale del poveraccio ammazzato: commozione di tutta la nazione, autorità presenti per porgere le condoglianze ai familiari, ultrà di tutta Italia che con una coordinazione "che neanche i Garibaldini a Marsala" sono scesi sulla capitale per dare l'ultimo saluto al compagno-camerata ucciso.

Ecco cosa è successo veramente. Dei tizi dall'altra parte dell'autostrada hanno cominciato a insultarsi. Un poliziotto, un cretino di prima categoria, spara da 50 metri e ne ammazza uno. I giornali non riportano la notizia "vera", "Giovane ucciso in autogrill da poliziotto: poco chiara la dinamica dei fatti", ma quella che gli fa comodo: "Ultrà della Lazio freddato da poliziotto perché si stava menando con degli stronzi della Juve". Cari giornalisti, complimenti, avete servito su un piatto d'argento un pretesto per menar le mani a quell'esercito di deficienti che ogni giorno va allo stadio, non per tifare per la propria squadra del cuore, ma per uccidere i tifosi della squadra avversaria. Conseguenza. La Federcalcio blocca la partita in cui giocava la Lazio, dando corda alla bugia raccontata dai giornali, e incarognendo ancora di più i deficienti di cui sopra. Questi ultimi ormai hanno tutte le "motivazioni" per fare quel che gli pare: in Lombardia bloccano una partita con la violenza e la sera, a Roma, danno il via a uno spettacolo di guerriglia urbana e terrorismo degno di una dittatura sudamericana. In tutto questo caos la polizia non fa niente. Il ministro dell'interno, il dottor Sottile, spiega che la polizia non ha reagito per evitare una mattanza. Ma sta scherzando?!!! Uno, se si è arrivati a tanto è solo perché la polizia non reagisce mai; due, se ci fosse stata la mattanza i deficienti ci avrebbero pensato un'altra volta a mettere a ferro e fuoco la capitale di un paese che si definisce civile e moderno; tre, non essendoci stata la mattanza, e avendo già scarcerato coma al solito tutti i delinquenti, è ormai certo che si ripeteranno episodi del genere, perché sono stati sdoganati, perché chi getta una molotov contro una caserma dei carabinieri sa che rimarrà impunito, soprattutto se tifa per una squadra di calcio.
Ma la farsa non è finita. Ai funerali, manco fosse morto un capo di stato, migliaia di persone si sono riunite. A dare ragione agli esagitati ci hanno pensato le autorità, presenti "per evitare la mattanza" evidentemente. Ma queste autorità, che sono andate al funerale di uno qualunque, anzi, un tifoso, colonna portante della società italiana, siamo comunque vicini al dolore della famiglia, perché non sono andate al funerale del medico milanese ucciso da delinquenti che gli sono entrati a rubare in casa; perché non sono andate ai funerali delle centinaia di persone che quest'anno sono morte sul lavoro. Centinaia di persone!!!! Insomma, per evitare la mattanza dei deficienti il ministero dell'interno fa mettere a novanta le forze di polizia; per evitare la mattanza di chi lavora, i veri eroi, non fa niente.
E non è finita, perché ieri altri deficienti hanno assediato una casa residenza di poliziotti a Milano. Naturalmente non è successo niente, meglio una mattanza di poliziotti che una mattanza di ultrà.

Ops, ma guarda, mi è venuta in mente una cosa. Mentre i giornali di tutta Italia parlavano di "tifosi, polizia e mattanza", ben 20 minuti su 30 nel tg1 di domenica o lunedì, in senato si votava la finanziaria, quella stupidata di documento che decide le sorti economiche di un paese e che, se scritto come si deve, cioé senza che si legga bene, assicura ulteriori privilegi a questa buffa classe politica da farsa e da dittatura, che ormai solo una rivoluzione potrebbe buttare giù.

Questo sarebbe un paese civile, sarebbe un paese degno di essere considerato partner affidabile dalla comunità internazionale? Una cosa è certa. Se a un certo punto a mettere a ferro e fuoco la piazza non saranno gli ultrà, lì solo per fare casino, ma cittadini esausti, stufi, indignati, impauriti, desiderosi di migliorare le cose, stiamo certi che finalmente avremo quello che ci è mancato con gli ultrà: una bella mattanza.

mercoledì 14 novembre 2007

The Chemical Brothers - The Salmon Dance

Dopo Kate Nash un video geniale per una canzone geniale. I Chemical Brothers sono sempre degni di rispetto.