mercoledì 11 novembre 2009

Telefonate


Il TG1 delle 20 di martedì 10 novembre è cominciato così: "Aiutatemi, sto annegando!"; "Oh dio! Non troviamo più la bambina, il fango l'ha portata via!; "Carabinieri aiuto! La montagna ci sta venendo addosso!". Voci. Voci che, per diritto di splatter, certo non di cronaca, nell'arco di qualche ora, e senza chiedere il permesso ai protagonisti sofferenti, sono passate dal centralino del pronto intervento ai televisori degli italiani. Viviamo in un paese in cui si getta la sofferenza "telefonica" dei poveri cristi sul tavolo in cui ceniamo, e nel quale si fanno leggi per nascondere le conversazioni telefoniche dei potenti. Meglio coccolare l'animo frustrato dell'uomo della strada facedongli "sentire" che c'è chi sta peggio di lui, piuttosto che raccontargli di corruzione e donnine nude in un "altro" paese dove tutti i protagonisti della conversazione la fanno sempre franca, non annegano nella melma.

giovedì 5 novembre 2009

La gioia di una bambina...

Questo video ha avuto l'imperdonabile colpa di avermi strappato delle lacrime vere.


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Tradizione e crocifisso


Non so se è vero, ma è interessante. Nelle lettere a La Stampa di oggi:

Quell’usanza viene dal fascismo.
Sia detto con tutto il rispetto per l’On. Gelmini, ma non potendo pensare che il Ministro dell’Istruzione non sappia che «alle radici della nostra tradizione» il crocifisso nelle scuole non era proprio presente (neppure ai tempi di Pio IX) ma che è stato introdotto negli edifici scolastici solo con l’avvento del Fascismo, mi sono sentito piuttosto imbarazzato nel leggere l’intervista rilasciata dal Ministro stesso a La Stampa. Non si può non rilevare, inoltre, quanto il sostantivo «tradizione» venga usato spesso a sproposito: soprattutto quando lo si nomina per contrapporsi, comunque, al cambiamento e per mantenere, magari, privilegi acquistati attraverso non sempre confessabili mercificazioni. RENATO PATELLI VERONA