mercoledì 23 marzo 2016

Le lacrime della Mogherini

Ai nostri politici piace tantissimo commuoversi in pubblico, piangere a comando. Probabilmente schiere di mental coach gli hanno spiegato che crei empatia con l'elettorato, che ti mostri più vicino alle persone che governi, che raccatterai più voti alle prossime elezioni. Ma commissario Mogherini le sue lacrime non le posso accettare.
Non le posso accettare se erano sincere perché significa che lei non è idonea a guidare una situazione "sopra le righe", il minimo sindacale da chiedere, credo, al ministro degli affari esteri europeo. Le lacrime spettano ad altri, non a un leader che dovrebbe rassicurare il proprio popolo e dirgli "tranquilli, siete in buone mani".

Commissario Mogherini, no, le sue lacrime proprio non le posso accettare


Non le posso accettare se erano finte. Avrebbe dimostrato ancora una volta che alla nostra politica interessano di più i voti nelle urne piuttosto che contare davvero qualcosa. Ma soprattutto immagino le urla di giubilo delle bestie col kalashnikov quando l'hanno vista sulle tv satellitari: "Ecco gli occidentali. Noi gli mettiamo le bombe nelle case e quelli si fanno governare da femmine che piangono". I seminatori di morte si sono galvanizzati quando hanno visto le sue lacrime.

Commissario Mogherini, no, le sue lacrime proprio non le posso accettare.

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