
Insomma, continua l'offensiva del Governo atta ad intimidire i giornalisti italiani. Offensiva che non crea altro che nervosismo visto che non esiste giudice (sono tutti comunisti) che potrebbe mai condannare un giornale per aver posto delle domande ad un esponente politico o per aver riportato dichiarazioni di terzi nel corso di un evento "pubblico".

Invece di far partire inutili querele che non fanno altro che peggiorare la situazione dei già intasati tribunali, il ministro più bello del mondo potrebbe sfatare dubbi e malelingue illustrando punto per punto, in conferenza stampa, il proprio curriculum.
Finalmente sapremmo quali meriti e capacità, oltre a quello di ministro più bello del mondo, le hanno valso una poltrona ministeriale in una nazione che ama pensare di se stessa di essere fra le più importanti, libere e democratiche del mondo.
ps. Che fine hanno fatto le intercettazioni citate dal mai querelato Paolo Guzzanti?
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