venerdì 22 maggio 2009

Ricette non intercettate

E' da un po' che non si parla più di intercettazioni. Forse perché ormai politici e imprenditori coinvolti nelle milioni di porcherie italiane hanno nascosto tutti gli altarini, o forse, cosa altrettanto probabile, hanno approvato una serie di leggi, passate inosservate, che tappano le orecchie a giudici e investigatori in nome della sacrosanta privacy del cittadino onesto (l'unico che non teme di mostrare i suoi panni in pubblico). Ora, gli stessi che hanno retto barricate in nome del diritto alla riservatezza, hanno emesso un provvedimento regionale (Lombardia) che dal 6 giugno obbliga i medici di base a scrivere sulle ricette la malattia per la quale vengono prescritti i farmaci. Così il signor Brambilla, che finalmente dorme tranquillo perché i giudici non potranno più sapere cosa mangia per cena (è solito domandarlo alla moglie col cellulare chiamandola tutti i giorni a casa), vedrà spiattellato in piazza che ha l'Aids, o che è impotente, o che ha la leucemia, o che ha le emorroidi... La solita commedia dei due pesi e delle due misure (detta anche "vi prendiamo in giro quanto basta")?

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