Questo stralcio di articolo è stato scritto su quel bellissimo sito che è Punto Informatico. Ciò che è scritto è allarmante. E poi qualcuno ha ancora il coraggio di dire che questa non è una dittatura soft o, per dirla in altro modo, una democrazia dittatoriale.
Il sottile confine tra libera espressione e giornalismo
In Italia, solo paese al mondo insieme alla Cina, è necessario iscrivere anche un semplice blog al Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) o, se ha una cadenza fissa, persino al Tribunale locale come "testata" giornalistica. In questo secondo caso ci vuole un direttore responsabile iscritto all'ordine dei giornalisti (diciamo da 2000 a 6000 euro/mese di stipendio). Diversamente si rischia la galera.
Questa è una cosa che si continua a non voler ammettere, ma la legge dice esattamente questo. Se ancora non sono stati buttati in galera tutti i blogger del paese è solo perché è invalsa una interpretazione (deliberatamente sbagliata) della legge da parte dei tribunali. In buona sostanza: la legge è talmente folle ed illiberale che i magistrati fanno finta di non saperne nulla.
Visto che non mi credete sono costretto a portarvi le prove:
http://punto-informatico.it/2321322/PI/News/italia-blog-condannato-stampa-clandestina.aspx
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=721&ID_sezione=3&sezione
Bastano due articoli di giornale a convincervi o devo continuare?
Quindi: se solo potete farlo, iscrivete la vostra pubblicazione al tribunale come "testata giornalistica" e nominate qualcuno (voi stessi od altri) come direttore responsabile. Se non potete farlo, cercate di scrivere solo su testate che sono registrate presso il tribunale. Se non potete fare nulla di tutto ciò... beh, ci arrivate da soli.
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