martedì 20 novembre 2007

Sempre in tema di ceffoni

Genitori mafiosi


Massimo Gramellini


Megan, ragazzina del Missouri in cura per depressione, si innamora su Internet di un coetaneo di nome Josh, conquistata dai suoi messaggi romantici. Ma di punto in bianco Josh comincia a scriverle volgarità, fino al definitivo: «Il mondo sarebbe migliore senza di te». E’ tale lo sconforto che la depressa si impicca all’armadio della sua stanza. A distanza di un anno si viene a sapere che dietro l’identità di Josh non c’è un giovinastro sadico né un maniaco sessuale. Ci sono i genitori di una ex amica della ragazza morta. I quali si inventarono il finto e cattivissimo spasimante allo scopo di punire Megan per aver litigato con la loro figliola.
Non tiriamo in ballo «i tempi» in cui viviamo. «I tempi» non esistono. Esistono gli individui. Quei due genitori, pronti ad architettare uno scherzo atroce su una quattordicenne psicolabile pur di vendicare chissà quale oltraggio subito dalla propria bambina. E’ sconvolgente che una madre e un padre, vedendo la figlia piangere per la fine di un’amicizia fra adolescenti, invece di aiutarla a smitizzare l’accaduto, lo vivano come un affronto alla famiglia, secondo un codice che credevamo appartenesse alla mafia. E passino al contrattacco, non solo contro i professori e qualsiasi altro adulto non stenda tappeti davanti al sangue del loro sangue, ma persino contro una ragazzina.
Scusa papà, dovunque tu sia, per gli improperi che ti mandavo quando dalla finestra mi vedevi fare a cazzotti con altri bambini e, anziché scendere a darmi una mano, aspettavi che tornassi a casa per rifilarmi un ceffone aggiuntivo. Non potevo ancora sapere che mi stavi insegnando la vita.



Che dire? Gramellini dice le stesse cose che desidero dire io: naturalmente lo fa meglio.

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