martedì 25 marzo 2008

Import/Export

Sul Corriere di sabato c'era un articolo che parlava dell'attuale corsa al riarmo planetaria. Il sunto? Oggi si producono, vendono e utilizzano più armi che durante la Guerra Fredda, tant'è che quasi vien voglia di rimpiangerla. I governi spendono in armamenti questa percentuale del loro budget: Australia, Canada, Brasile, Spagna l'1%; India e Corea del Sud il 2%; Germania, Russia, Italia, Arabia Saudita il 3%; Cina e Giappone il 4%; Gran Bretagna e Francia il 5%; gli Stati Uniti d'America il 46%. Ciò che appare lampante è la totale dipendenza dei paladini della libertà dall'industria delle armi. Poi uno si stupisce se gli americani sono tanto desiderosi di "esportare" pace e democrazia. Se non ci fossero guerre diventerebbero repentinamente un paese del Terzo Mondo. I media, pilotati volenti o nolenti dall'immenso apparato propagandistico statunitense, ci convincono giorno per giorno che i cinesi sono cattivi, che gli iraniani sono cattivi, che i nordcoreani sono cattivi, tutta gente dedita alla guerra e all'assassinio. La Cina quest'anno ha speso 49,5 miliardi di dollari in armamenti, gli Usa 528,7. Questo vuol dire che i buoni non sono destinati a vincere solo nei libri e nei film, ma anche nella realtà, perché hanno molte più bombe dei cattivi.

Nessun commento: