martedì 6 ottobre 2009

Grilli, Kabul e fiumare messinesi

Qualche giorno fa Beppe Grillo ha attaccato i giornalisti perché, dopo aver annullato la manifestazione per la libertà di stampa a causa dei sei militari caduti a Kabul, non hanno fatto la stessa cosa per gli oltre 20 civili caduti a Messina.


Tralascio lunghi commenti sul tribuno di Genova, giusto in molte battaglie, ma ingiusto quando spara nel mucchio alla stessa maniera dei suoi avversari. Sputa da lungo tempo ormai su un'intera categoria, della quale faccio parte, piena di mele marce ma anche di veri e propri eroi (uccisi da politici e criminali) che mettono a repentaglio la propria vita (vedi Saviano, Politkovskaja e altri) pur di riportare la verità alla gente.


Comunque, in questo caso, Grillo ha visto bene sulla pavidità del sindacato giornalistico, non tanto per aver fatto la manifestazione sabato 3 ottobre, quanto per essersi vigliaccamente allineato al farsesco lutto di Stato indetto per i soldati italiani uccisi.

Questo lungo cappello introduttivo per prendere spunto. Non solo i giornalisti, infatti, sono rimasti impassibili davanti alla tragedia messinese, ma lo Stato repubblicano (che come ho già ribadito è fondato sul lavoro, non sulla guerra) non ha battuto ciglio.

Fatta eccezione per per i soliti proclami miracolosi di Palazzo Chigi ("Faremo come in Abruzzo") non si prevedono lutti nazionali e non vengono pubblicizzate indagini (nel caso di Kabul si parlò di indagini per comprendere chi avesse ucciso gli italiani. Ma chì, diavolo, se non i talebani?!). Timidamente si parla di cementificazione selvaggia, abusivismo e condoni.


Già, perché fare un funerale di Stato e parlare di criminalità quando la causa del dolore sono persone cattive, non italiane, lontane 10.000 chilometri, è facile. Non c'è il rischio di scoprire, come nel caso di Messina, che le case andate giù erano abusive e condonate da questo stesso Governo; che il piano regolatore è stato approvato da un sindaco del tuo partito; che l'ingegnere che ha fatto i progetti, anche lui tessera-munito, ha preso tangenti per farli in un certo modo; che l'incoscienza che ha causato la tragedia fa parte integrante della nostra società, che oggi piange i suoi morti.

Kabul aveva monopolizzato i notiziari, spazzando via escort, veline e omicidi. Messina non ci riesce, perché il lenzuolo di cui è fatta la tragedia non è lindo come quello Afghano, forse non è abbastanza grande. Se venisse utilizzato per coprire lodi e giudici corrotti, lascerebbe scoperte troppe macchie in terra di Sicilia, macchie che non hanno solo sapore mafioso, ma anche romano, di destra e di sinistra.


Caro Grillo, sulla manifestazione del 3 ottobre hai mirato bene. Forse, però, una pistola non ti bastava. Per centrare l'intero problema ti occorreva un cannone.

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