Il ministro Brunetta, l'indefesso terrore dei fannulloni, il nemico giurato della pausa caffé, ne ha sparata un'altra. Parafrasando "gli impiegati statali si vergognano di dire in giro che lavorano per lo Stato". Partendo dal presupposto che non intendesse dire che si vergognano di lavorare per uno Stato condotto dall'attuale Governo, credo sia d'obbligo specificare una cosa: se gli impiegati delle Poste si vergognano di essere impiegati delle Poste, ministro Brunetta, è colpa sua, non loro.
Una volta uno si vergognava di essere un ladro, perché il comune pensare riteneva che rubare fosse sbagliato, e magari uno rubava per necessità, non per hobby o per sport. Ci si vergognava di essere una spia, sempre perché nel comune pensiero fare la spia era sbagliato. Da qui frasi fatte come "vergognarsi come un ladro" e " vergognarsi come una spia". Insomma, ci si vergogna di ciò che la maggioranza della gente pensa sia vergognoso. Ma cosa c'è di vergognoso nel fare l'impiegato al catasto, o il docente (signor ministro, ma come si è permesso a dire che un docente, colui che esercita la più importante delle professioni, nonostante lei creda sia l'imprenditore brianzolo, si vergogna del proprio lavoro)?
Se davvero queste persone oggi si vergognano del proprio lavoro è colpa del fango che lei gli ha tirato addosso, per mesi e mesi, come se l'impiegato statale facesse più morti degli F16 di Israele o dei razzi di Hamas.
Sa una cosa? Anch'io mi vergogno, di essere governato da un ministro che fa certe affermazioni senza prima saggiarne il peso.
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