Caro Riccardo,
grazie. Ti ringrazio perché hai dimostrato che lassù, in mezzo a quella massa senza pudore e senza vergona che oggi molti, per moda o convinzione, chiamano Casta c'è ancora qualcuno che sa cosa sia la dignità. Ti hanno beccato, tu funzionario della Presidenza del Consiglio, che partecipavi a quella famosa gitarella da Roma a Monza, costata agli italiani circa 20.000 euro e alla quale hanno partecipato i ministri Mastella e Rutelli, e cosa hai fatto? Non hai invocato il diritto alla privacy, non hai gridato al complotto, non hai accusato la stampa comunista né quella fascista, non hai cercato di addurre motivazioni pseudoplausibili per giustificare la tua presenza su quell'aereo: tu hai rassegnato le dimissioni. E la cosa incredibile è che non le hai ritirate, come il malcostume italiano insegna e ormai ha trasformato in consuetudine. Le tue dimissioni sono state definitive, dimostrando una serietà, un senso del dovere e della giustizia, un pudore che i nostri politici, governanti, dirigenti hanno perso da tempo. Diciamo pure che se ne fregano. Ti prego Riccardo, candidati alle prossime politiche, ti voglio votare. Magari non hai le idee chiare per quanto riguarda la riforma delle pensioni, ma hai dimostrato un senso civico che, da solo, basta per risollevare le sorti di un paese.
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