martedì 7 febbraio 2006

Verso le politiche

L'Italia si sta avvicinando placida alle consultazioni elettorali d'aprile. Quale momento risulta essere migliore per dare sfoggio del peggio di sé. Il giorno in cui ho imparato il significato della parola leader gli ho subito dato un'accezzione positiva: il leader è colui che guida gli altri, non può che essere una persona illuminata. E invece, cosa capita in questa italietta da quattro soldi? Mesi prima della campagna comincia la corsa allo sputtanamento. I leader, o presunti tali, tirano fuori quanto c'è di peggio per far sfigurare gli avversari, e in questa maniera non riescono sicuramente a proporre messaggi positivi alle persone che li seguono. Forse la realtà è che non sono ingrado di darne? Troppo difficile presentare una sano programma di governo, salire su un piedistallo e dire: "Siamo inattaccabili". Più facile, invece, proiettare l'attenzione dell'universo elettorale sui difetti del nemico e, se ne ha pochi, inventarceli. Il quadro che viene fuori guardando la macchina elettorale dello stivale ci mostra che siamo un paese privo di leader. Forse, gli italiani dovrebbero proprio manifestare il loro scontento.

Nessun commento: